ID Edizioni

Dismorfismo, l’io allo specchio

Quando l’immagine che vedi non sei tu

15.00

“Non guardate lo Specchio se prima non guardate dentro alla vostra paura”. Greta e Ares non si svegliano ogni mattina con il suono della sveglia, ma con la voce della loro migliore amica: la Dismorfofobia. E ogni giorno li fa sentire in colpa, facendo crescere sempre di più in loro l’ansia e la preoccupazione per il proprio aspetto, che appare, ai loro occhi, deforme. Greta nasconde ossessivamente il suo naso, o meglio, il suo becco d’aquila, con trucco e pennelli, mentre Ares copre con i capelli le sue orecchie grandi, motivo per cui ha iniziato a odiare anche un soprannome che gli è stato dato.
I due protagonisti ci fanno entrare nella loro solitudine, ci prendono per mano sulla loro panchina preferita e ci raccontano la loro vita. Ci mostrano quel tormento per quell’imperfezione fisica, quando l’immagine che vedi allo Specchio ti fa sentire fuori luogo e fuori posto. Anche una semplice azione come andare in palestra o una fugace chiacchierata con uno sconosciuto in bagno, a causa della Dismorfofobia risulta un’impresa titanica. Ma ad unirli è proprio quell’ossessione per il loro “difetto”. Greta e Ares si sentono capiti per la prima volta e non hanno paura di mostrare il loro vero sé. Scopriranno di avere molti punti in comune anche con alcuni personaggi della letteratura e con dei divi di Hollywood. Attraverso la psicoterapia e l’aiuto dei veri amici Greta e Ares saranno in grado di affrontare degli ostacoli e guardarsi per la prima volta, davvero, davanti allo Specchio senza provare quel senso di disagio che gli morde l’anima?

GENERE

Psicologia

PUBBLICATO

2023-11-15

LINGUA

Italiano

PAGINE

56 pag.

Formato Libro

(eBook) .epub

DIMENSIONE

0,8 MB

Estratto primo capitolo

1.1 Il tormento di Greta diventa Dismorfofobia

Ogni mattina il primo pensiero delle persone si accende con il suono della sveglia, rimandata per almeno tre o quattro volte, mentre il mio si alza, affrontando il suo peggior nemico dal 1995: lo Specchio.

Ho sempre odiato il mio naso e fin da adolescente ho cercato di nasconderlo. Quando mi preparavo per andare a scuola, mia madre notava sempre un velo di tristezza sul mio volto. E quella malinconia, mista a rassegnazione, dopo uno sbuffo di minima re- sistenza, mi faceva sentire in imbarazzo ogni volta in cui rimanevo a fissare sbalordita i profili perfetti delle mie amiche. E mentre mi maledicevo per questo difetto insopportabile, ho capito che, nonostante tutto, il mio naso avrebbe potuto rendersi utile.

Amo i profumi e amo accogliere i clienti nel mio negozio, ascoltando le preferenze per poi suggerirgli la fragranza che più si addice alla personalità: agrumata per un carattere deciso e tenace, floreale per un animo poetico, ambrato per chi vuole rendere ancora più seducente il suo fascino o, ancora, aromatica per chi vuole avere sempre dietro di sé una scia di freschezza.

Amo perdermi tra le note del cedro e del bergamotto, misto all’dore di petali di rosa, tra un tocco di vaniglia e polvere di menta. E nonostante i complimenti e la fedeltà dei più affezionati, che non dimenticano di sottolineare la mia bravura in ogni occasione

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